PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 26 giugno 1977
La settimana, che oggi si apre, impegna fortemente l’attenzione spirituale di voi, Romani, specialmente, ed insieme dei Cattolici di tutto il mondo, per la celebrazione che vi è fissata dei Santi Pietro e Paolo; cioè del primo Vescovo di questa sede, Pietro, che già al principio del secondo secolo dell’era cristiana il celebre e santo Vescovo di Antiochia, Ignazio, martire poi a Roma stessa, chiama «chiesa diletta, . . . che presiede nella sede centrale dei Romani, degna di Dio, degna del suo decoro, degna della sua eccellenza, degna della sua lode, degna del suo ordine, degna della sua probità, alla testa della carità e seguace della legge di Cristo . . .» (S. IGNATII ANTIOCHENI Epistola ad Romanos, prol.); e poi dell’Apostolo che alla chiesa Romana, già legato per tante amicizie, scrisse la sua grande lettera teologica, e che nello stesso giorno, se non forse lo stesso anno, vi subì, lui pure il martirio. Sono gli umili ma i massimi eredi dell’Urbe immortale, che a Roma tengono fisso il centro dell’unità spirituale del mondo, e sempre vi predicano la civiltà dell’Amore.
Abbiate cara questa sede, Romani e voi tutti cittadini della Chiesa e del mondo; onorate i suoi Santi e fate vostro il Vangelo che essi vi hanno lasciato.
Un segno di questa speciale fisionomia religiosa ed unica di Roma ci è dato quest’anno anche dal Concistoro, che abbiamo convocato appunto per questi giorni, e che mentre offre un segno ricorrente della vitalità della Sede Apostolica e Romana, ne dimostra l’universalità libera e pacifica.
Pregate, figli e fratelli, per questo cuore della Chiesa, affinché nella fermezza della fede cattolica e nell’ampiezza della sua cristiana carità sappia svolgere la sua missione di fratellanza, di civiltà e d’introduzione alla vita eterna di Cristo. E dove è Cristo, ivi è anche Maria, ricordatelo! la Madre spirituale dell’umanità.
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