PAOLO VI
REGINA COELI
Domenica, 15 maggio 1977
Anche voi, - e chi più di noi? - abbiamo nel cuore l’amarezza e la pietà per i fatti - i misfatti! - di criminalità e di disordini che hanno in questi giorni turbato la civile convivenza di questa carissima e per noi sacra Città, come è avvenuto in altre città in Italia e nel mondo; e ancora salgono dal cuore alle labbra le inestinguibili parole del Signore: pace, pace! fratellanza e concordia per edificare una società di uomini veri. E difatti anche noi compiangendo le vittime e deplorando i disordini, invitiamo tutti voi, fedeli «alla fede e alla giustizia», a fare argine con più forte e cosciente sentimento comunitario all’ordine pubblico e privato e alla libertà autentica e minacciata del mondo civile, mentre con più fiduciosa preghiera noi ricorriamo al Signore paziente e misericordioso, ma forte e capace per tutelare l’immenso patrimonio di bene ch’è tuttora nell’umano consorzio e per redimerne le tante e spesso tragiche debolezze.
Così rinasce in noi tutti il senso ed il gusto delle opere positive dei nostri molti e diversi programmi. Ritorniamo ogni giorno al lavoro, che impegna pensieri e fatiche. Noi abbiamo oggi da ricordare a voi, cittadini credenti e generosi, una nuova e ricorrente necessità, della quale s’è parlato a Roma nella scorsa domenica: le nuove Chiese per i nuovi quartieri! È opera questa primaria nel piano spirituale della Città, per la sua fede, per la sua carità. È opera assai onerosa, anche se priva in questi tempi d’ogni ambizione monumentale. Costruire, oggi, quanto costa! E le nuove Chiese non sono poi edifici costruiti per lucro economico! ma per dare ali e dare sede all’anima del Popolo! Siamo realisti: senza Chiesa, il Popolo manca di vita religiosa organica e comunitaria. È opera che implora l’aiuto spontaneo e generoso dei fratelli, come quello (e quanto grave!) del Papa! È opera di comune interesse, di comune dovere, come di comune amore.
Per questa oggi pregheremo. La Madonna deve avere una sua casa anche nei nuovi quartieri!
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