PAOLO VI
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 27 luglio 1977
L'Unità della Chiesa
Di che cosa vi parleremo noi in questo breve momento di conversazione? Della Chiesa naturalmente. Una visita a Roma, come la vostra visita di pellegrini, visita di forestieri, pone certamente nel vostro spirito una spontanea curiosità, quella di farvi un’idea nuova, più chiara di quella che già possedete, di questa grande, misteriosa istituzione, che è la Chiesa, pensando che qui, dove la Chiesa ha il suo centro, dove incontrate il Papa, il Capo della Chiesa, voi potete avere una conoscenza diretta, più completa, più esatta, più memorabile della Chiesa stessa. Proprio così. Noi vi suggeriamo, durante il vostro soggiorno romano, di ripetere nel vostro cuore, le parole, tante volte ripetute, del «Credo» della Messa festiva: «Io credo , . .» . . . questa espressione acquista, in questo luogo, in questa circostanza, una gravità particolare: «Io credo la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica».
Abbiate care queste parole. Esse sono parole di vita. Esse sembrano rispondere ad una domanda semplicissima, ma assai difficile. Che cosa è la Chiesa? Non basta certamente rispondere che la Chiesa è l’edificio sacro, dove si va a pregare. Voi sentirete poi dire della Chiesa le definizioni più strane e arbitrarie, quasi sempre incomplete e parziali, talvolta anche offensive. Voi siete, noi crediamo, tutti battezzati; voi appartenete dunque alla Chiesa. Ebbene che cosa è la Chiesa? Il Concilio Vaticano secondo, celebrato pochi anni fa, ha dato diverse definizioni piuttosto descrittive, che mostrano la ricchezza, la profondità, la bellezza di questa parola «Chiesa»; e i Maestri della religione, i Vescovi, i Teologi, e altri studiosi hanno detto parole stupende e profonde a suo riguardo, che non è facile ripetere e riassumere: è stato detto, ad esempio, che la Chiesa è il disegno di Dio sull’umanità, è il regno di Dio nel mondo, l’opera di Dio, l’edificio che Dio costruisce nella storia; è il Popolo di Dio; è l’Alleanza di Dio con gli uomini; è il Corpo mistico di Cristo . . . Idee grandi, idee immense, che hanno questo di particolare, che per il fatto ch’esse sono idee divine e universali ci riguardano anche personalmente, investono il nostro destino. Non possiamo prescindere dal concetto di Chiesa per definire, in qualche misura il nostro stesso essere, la nostra vita, la nostra sorte. Noi siamo la Chiesa. Cioè noi siamo «chiamati»; Chiesa significa convocazione, significa chiamata, significa riunione di popolo (Cfr. Deut. 9, 10; Act. 19, 32); significa l’umanità riunita dalla voce e dalla grazia di Dio per Cristo, nello Spirito Santo (Cfr. Act. 2, 39; Rom. 8, 30); (ecco la definizione del Bellarmino: «Chiesa è la comunità di tutti i fedeli» - Cfr. BELLARMINO, De Ecclesia militante, 1).
La prima intenzione divina che genera la Chiesa, è quindi quella di comunità, anzi poi quella di unità. Una comunità infatti compatta e organica, come un edificio ben costruito; ricordate l’ideale di Gesù: «edificherò la mia Chiesa» (Matth. 16, 18). Si ricordi come Cristo stesso l’abbia proclamata nella sua estrema parola, quella della ineffabile preghiera, dopo la Cena, nella notte precedente alla sua passione (Io. 17, 11. 21. 22): «che tutti siano una cosa sola». Qui è mistero: Gesù stesso lo fa comprendere dichiarando che questa unità, propria dei seguaci di Cristo, scaturisce dall’unità stessa del Figlio col Padre, e che quindi è insondabile dal nostro pensiero; dobbiamo proclamarla e viverla: ma comprenderla non potremo; dobbiamo «crederla». Difatti quelle prerogative proprie della Chiesa: «una, santa, cattolica e apostolica» a cui abbiamo accennato, possono essere, possono rivestirsi di due significati; uno, quello di proprietà proprie della Chiesa, cioè maniere di essere, qualità inerenti alla natura della Chiesa; e in questo senso sono verità misteriose, che solo la fede raccoglie, medita e celebra; l’altro significato invece è quello derivante dalla loro manifestazione esteriore, e sotto questo aspetto quelle benedette parole diventano, come si dice, «note» cioè segni, umanamente conoscibili, che documentano a chi le sa bene osservare lo splendore miracoloso della Chiesa (Cfr. JOURNET, L’Eglise . . . . II, 1193 ss.; BOSSUET, Lettre sur le mystère de l’unité de l’Eglise), ch’è, ripetiamolo, una, santa, apostolica e cattolica.
Ecco, Figli e Fratelli; noi vi esortiamo a raccogliere questa testimonianza della Chiesa, su se stessa; ed oggi circa la prima qualifica, quella dell’unità; qui a Roma, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, e proprio in questo periodo della vita della Chiesa, così agitata, così oppressa e pur tanto sicura di sé, fermando ora l’attenzione su quella prima « nota » che attesta chiaramente l’origine divina della Chiesa; dicevamo : la sua unità. L’unità della Chiesa e nella Chiesa ci induce a pensare all’origine da cui proviene, Dio stesso; e poi da Cristo, Capo della Chiesa e nella sua pienezza identificato con l’unica sua Chiesa; e lo Spirito Santo, anima increata della Chiesa medesima, che ne alimenta la vita, ch’è la grazia, ch’è la carità.
Voi sentirete nascere in voi stessi la nostalgia dell’unità della Chiesa; dell’ecumenismo ad esempio, impaziente di ricomporsi nella pace d’una sola fede, sotto la guida d’un solo Pastore (Io. 10, 16); sentirete la sofferenza per ogni divisione, ogni disobbediente particolarismo, ogni scisma, ogni eresia, ogni apostasia, ogni dissoluzione anarchica, che rinnega quell’unità per cui Cristo ha sofferto la Croce (Ibid. 11, 52). E benedirete il vostro soggiorno romano, come motivo d’una nuova beatitudine rivelatrice (Matth. 13, 16).
Ai partecipanti ai congressi organizzati dai Focolari
Tra i gruppi presenti quest’oggi all’udienza desideriamo salutare due gruppi che fan capo al Movimento dei Focolari: quello dei Sacerdoti provenienti da diversi Paesi, e quello assai numeroso delle Religiose.
Carissimi figli e figlie! Il vostro fervore spirituale, il desiderio di farci visita in occasione del Congresso celebrato al Centro Mariapoli, la lodevole volontà di servire la Chiesa meriterebbero ben più che un fugace accenno: ci teniamo, tuttavia, a confortare i vostri propositi, augurando che ciascuno di voi si senta rinvigorito, nel proprio lavoro, dal clima di intensa carità fraterna, che ha vissuto in questi giorni. Non si tratta, infatti, di un semplice ricordo, ma di una speciale grazia del Signore, che deve infondervi fiducia e coraggio. Con la nostra Apostolica Benedizione.
Ai numerosi rappresentanti di diverse famiglie religiose
A tutte le famiglie religiose diremo: sembra a noi che, nella presente stagione ecclesiale, esse debbano rispondere a due esigenze: quella della fedeltà alla volontà dei Fondatori e delle Fondatrici, quale fu originariamente riconosciuta ed approvata dall’Autorità della Chiesa; quella del rinnovamento secondo lo spirito ed il dettato del Concilio, il quale - come ben sapete - a voi ha parlato soprattutto nel Decreto «Perfectae Caritatis». Vi diremo che è sapienza evangelica - ricordate l’esempio del padrone di casa, che trae dal suo tesoro «nova et vetera»? (Cfr. Matth. 13, 52) - rispettare questa duplice linea. Consideratela, perciò, come il retto binario, che non solo impedisce pericolosi sbandamenti, ma garantisce, altresì, il cammino nella via della santità.
Per rafforzare volontà e propositi, vi impartiamo di cuore la Benedizione Apostolica.
All’Assemblea Generale dell’Istituto Secolare delle Volontarie di Don Bosco
Non possiamo tacere un particolare saluto al gruppo delle Volontarie di Don Bosco, le quali concludono in questi giorni la prima Assemblea Generale del loro Istituto Secolare, che ha già aderenti in ben 17 Nazioni.
Figlie carissime, la nostra parola è di semplice e cordiale incitamento a confermarvi generosamente nei validissimi intenti della Vostra Associazione, che propone provvidenzialmente al mondo di oggi la possibilità di un’autentica testimonianza cristiana nel posto che ciascuno occupa nella società.
A tal fine, voi avete certamente la protezione del grande San Giovanni Bosco, ai cui esempi e alla cui forza vi ispirate. E noi, raccomandandovi alla sua intercessione, ben volentieri vi impartiamo la paterna e incoraggiante Benedizione Apostolica.
Al pellegrinaggio organizzato dall’Unione Maltese Trasporti Malati a Lourdes
Our special greetings to the pilgrims from Malta. We know that you have been to Lourdes to honour Mary, and now you have come to Rome to see Peter. In the name of the Lord we welcome you all, especially the sick among you. We ask you to be mindful of the value-the great value-of suffering, when United with the Passion of Christ. Yes, the whole Church benefits from your love; and the World needs your example of faith and patience. Be assured of our prayers.
Ai membri del Consiglio della Conferenza Internazionale Cattolica del Guidismo
Nous sommes très heureux de saluer ici les membres de la Conférence internationale catholique du Guidisme. Nous avons souvent l’occasion d’encourager les jeunes, parce que Nous voyons en eux, au plan humain, social et spirituel, de grandes possibilités qui malheureusement restent souvent inemployées ou déviées, faute d’éducation. C’est dire notre joie, chères responsables et chers Aumôniers, de voir votre mouvement proposer à ces jeunes un idéal attrayant et exigeant, soucieux d’une éducation authentique de la foi et de toutes les vertus humaines de générosité, de loyauté, de pureté, de courage qui qualifieront le service auquel ils sont appelés dans la vie familiale, professionnelle, civique, ecclésiale. Aimez l’Eglise: travaillez dans une collaboration confiante avec les Evêques et les prêtres de votre région, et, ici, avec notre Conseil pontifical pour les Laïcs. Que le Christ vous guide! Que l’Esprit Saint vous rende forts! Que la Vierge Marie vous assiste! Avec notre Bénédiction Apostolique.
Ad un gruppo taitiano proveniente dalla diocesi di Papeete
Nous ajoutons un bravo pour les jeunes tahitiens du diocèse de Papeete, venus des antipodes, de la Polynésie française. Votre Archevêque, Monseigneur Coppenrath, Nous avait annoncé votre pélerinage. Ce que des miliers de fidèles ont fait durant l’Année Sainte, vous avez voulu le faire vous aussi aujourd’hui. Soyez fiers de votre foi! priez saint Pierre et saint Paul de la rendre encore plus ferme et plus rayonnante. Aimez 1’Eglise que vous découvrez ici comme une grande famille. Et construisez chez vous, avec l’Esprit de Jésus, une communauté fraternelle, digne de l’Evangile. Nous vous bénissons de tout cœur, ainsi que vos parents et amis.
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