LETTERA
CINQUANT'ANNI OR SONO*
DEL PAPA PAOLO VI
AL CARDINALE GUSTAVO TESTA
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO
DELL'ISTITUZIONE DELLA
S. CONGREGAZIONE PER LA CHIESA ORIENTALE.
Signor Cardinale,
Cinquant'anni or sono, il primo maggio dell'anno 1917, il Nostro Predecessore di immortale e pia memoria Benedetto XV dava vita, con il Motu Proprio Dei Providentis [1] a cotesta S. Congregazione per la Chiesa Orientale, che, distaccandosi così dalla S. Congregazione de Propaganda Fide, di cui aveva formato fino allora come un settore complementare, doveva iniziare la sua attività autonoma e benemerita, tanto cara ai Pontefici Romani, i quali sempre vollero riservarsene la Prefettura.
Non Ci è sfuggita la ricorrenza così significativa, Signor Cardinale; e sebbene, come stabiliva il :Motu Proprio, cotesto Dicastero abbia cominciato a operare soltanto il primo dicembre di quello stesso anno, desideriamo esprimere a Lei ed ai suoi Collaboratori la compiacenza dell'animo Nostro per la circostanza singolare.
Amiamo anzitutto rivolgere la Nostra effusa gratitudine al Signore per aver guidato con la sua mano il cammino della Congregazione: in questi anni, infatti, essa ha validamente contribuito con l'aiuto divino all'incremento delle Chiese Orientali cattoliche, con l'erezione di diverse Eparchie, con l'invio di Rappresentanti Pontifici nei paesi orientali, con la costruzione di numerose cattedrali e chiese, seminari, scuole e dispensari, con il rifiorimento degli studi giuridici per l'iniziata codificazione canonica orientale, con la presenza discreta e operante di un'efficace azione caritativa. La Congregazione, inoltre, ha avuto un posto di primo piano nello sviluppo dei rapporti con le Comunità dei Fratelli tuttora da noi separati, portando anch'essa, come frutto evidente, alla formazione di quello spirito ecumenico, di cui il recente Concilio Vaticano II ha dato al mondo la testimonianza più eloquente.
Il Nostro pensiero, commosso e grato, va poi a quanti sono stati gli artefici e gli strumenti di un lavoro così nobile ed alto: ai Nostri venerati Predecessori, che hanno sempre seguito con particolarissime premure la diletta Congregazione, come pure a coloro che li hanno fedelmente coadiuvati, rispondendo pienamente alla fiducia in essi riposta.
Un fremito di attesa, che si fa preghiera incessante, pervade oggi la Chiesa, ed essa sente come non mai l'urgenza dell'estrema invocazione del suo Divino Fondatore: Ut omnes unum sint! (2) e questo palpito, come si rivolge con eguale intensità a tutte le Comunità che non si trovano ancora nella pienezza dell'unità, così abbraccia con particolare sollecitudine le gloriose Chiese d'Oriente, le quali, come sottolineava il menzionato Motu Proprio, in vetustiore suorum temporum memoria lumina offerunt sanctitatis doctrinaeque tam clara, ut eorum splendore iam nunc, tanto intervallo, reliquas christianorum regiones collustrari videamus (3).
Voglia il Signore che tanti e sì nobili tesori di santità e di sapienza, per intercessione della gloriosa Regina del Cielo, la Παναγία Madre di Dio, siano nuovamente patrimonio comune e indiviso, per la gloria della Santissima Trinità, e l'onore della Santa Chiesa!
Sono questi i Nostri voti, che formiamo con immensa speranza in questa data, mentre salutiamo con paterno affetto le Gerarchie cattoliche, il clero zelante, i fedeli tutti delle Chiese Orientali, che vivono e pregano e lavorano nelle loro regioni di antichissima cristianità, o soffrono persecuzione o limitazioni alla loro professione cristiana, o, esuli per le vie del mondo, tengono ovunque alta la fiamma dell'avita unità. A tutti Ci raccomandiamo, affinché, davanti ai loro santi altari fulgenti di ori e di sante icone, sostengano efficacemente con le loro Orazioni le Nostre universali intenzioni; e, in doveroso ricambio, tutti li ricordiamo nella Nostra preghiera.
E il Signore tutti benedica, nel Cui Nome santissimo impartiamo la Nostra particolare propiziatrice Benedizione Apostolica.
Dal Palazzo Apostolico Vaticano, il primo maggio dell'anno 1967, quarto del Nostro Pontificato.
PAULUS PP. VI
*A.A.S., vol. LIX (1967), n. 7, pp. 489-491
[ 1] A. A. S. IX (1917) pp. 529-531.
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