LETTERA DI PAOLO VI
A MONS. ENEA SELIS, NUOVO ASSISTENTE ECCLESIASTICO
DELL’UNIVERSITÀ DEL SACRO CUORE DI MILANO
Al Venerabile Fratello Enea Selis
Vescovo tit. di Cesarea di Mauritania
Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica
del S. Cuore
Nel momento in cui Ella inizia il suo servizio spirituale in favore dei Professori e degli Studenti della Università Cattolica del Sacro Cuore, in qualità di Assistente Generale, è Nostro vivo desiderio rivolgerle il Nostro cordiale augurio, con l’assicurazione che La seguiamo con particolare premura e interessamento nella missione, a cui si accinge, in spirito di obbedienza e di dedizione, dopo aver lasciato un ampio e fecondo campo di ministero pastorale.
Il moltiplicarsi delle varie Facoltà dell’Ateneo cattolico, l’incremento del Corpo Accademico e della popolazione studentesca, e soprattutto la vastità e urgenza dei problemi, oggi più acutamente sentiti a livello universitario in ogni Nazione del mondo, ha conferito a cotesto ufficio, già in sé tanto impegnativo e pieno di responsabilità, nella singolare fisionomia di una Università fregiata del nome cattolico, una crescente importanza, si da assorbire completamente energie e talenti di chi lo esercita: talché il venerabile Fratello Carlo Colombo, Vescovo tit. di Vittoriana, Ci ha istantemente pregato di volerlo sollevare dal peso di una sì grave incombenza, a cui, pur essendosi donato con lietissimo frutto per alcuni anni, sentiva ora di non poter più equamente far fronte, a motivo della molteplicità degli impegni affidati alla sua attività e alla sua dottrina.
Abbiamo pertanto accolto con vivo compiacimento l’annuncio, che Ella, come antico alunno della Università medesima, ha accettato, pur con sacrificio, questo grave onere sopra di sé; perciò amiamo rivolgerci a Lei, e, attraverso Lei, a tutte le componenti dell’università Cattolica, per dirle la fiducia, la speranza, l’attesa che Noi Ci ripromettiamo da questo suo ministero di guida, di luce, di apostolato. Non da oggi soltanto sono noti i sentimenti, che Noi nutriamo verso l’università, sentimenti che la permanenza sulla Cattedra dei SS. Ambrogio e Carlo ha resi più vivi e vibranti, facendoli tuttora durare in tutta la loro intensità e fragranza. Abbiamo seguito da vicino l’inconfondibile clima di impegno intellettuale e di fervore spirituale, che ha caratterizzato in questi anni il cammino dell’Ateneo; si sono ripercossi più dolorosamente nel Nostro spirito gli echi delle inquietudini e incertezze, che si sono fatte sentire nello scorso anno accademico; Ci siamo rallegrati peraltro vivamente delle conclusioni a cui, sotto la guida sapiente dei rappresentanti della Commissione Episcopale Italiana, e con l’apporto franco e volenteroso di tutte le forze dell’Università, è giunto il recente incontro di Gazzada, che ha ribadito solennemente l’insostituibile preminenza e la supremazia assoluta del carattere di «cattolico» dell’Ateneo, senza del quale esso perderebbe la sua ragion d’essere.
A Lei, ora, Venerabile Fratello, è affidato il compito di stabilire un prezioso collegamento affinché la volontà di tutti - Professori, Assistenti, Alunni, Personale tutto - si fondano all’unisono nel garantire e assicurare all’Università Cattolica questa sua essenziale caratteristica. Pur nel silenzio e nella sobrietà della sua azione, l’Assistente Generale è come l’emblema vivente di tale destinazione fondamentale dell’Ateneo, perché la sua sola presenza possa ricordare a tutti qual è il dovere che incombe a uno studioso, allorché sceglie liberamente e meditatamente di entrare a far parte di codesta grande famiglia, che si onora di chiamarsi «Cattolica».
Non dubitiamo pertanto che Ella troverà piena rispondenza a tutti i livelli per portare avanti la sua alta e santa missione: che è quella di far sì che l’Università Cattolica continui a essere un centro spirituale e intellettuale di prim’ordine, una fucina di anime forti e di menti elette, che, nella coscienza della loro vocazione, qual è stata lumeggiata dagli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, sappiano non solo condurre l’ardua e sofferta ricerca scientifica, che tanto li nobilita, ma prepararsi altresì ad irradiare il messaggio cristiano, senza adulterarlo, ovunque li chiameranno le loro funzioni nella cultura, nella scuola, nella professione, nella vita civica, sociale e politica.
Confidiamo inoltre che Ella saprà dedicare cure assidue sia alla preparazione teologica, che oggi non può né deve mancare ai laici cattolici, sia alla cura specificamente pastorale e spirituale delle varie componenti universitarie - servendosi a tale scopo del valido aiuto degli ecclesiastici suoi collaboratori - onde tutti sappiano dove attingere con piena fiducia e serenità quegli aiuti fraterni e discreti, e di natura talora delicatissima, di cui, per la loro particolare qualificazione nello studio, possano sentire maggiormente bisogno. Né dimentichiamo i dilettissimi sacerdoti, che fanno capo all’Università, soprattutto i sacerdoti studenti, che vogliamo affidare come specialissima porzione alla sua sollecitudine: trovino in Lei un padre, un fratello, un amico, che li consigli in ogni evenienza, e ricordi loro costantemente l’ineguagliabile santità e grandezza della loro sacra vocazione.
Noi L’assisteremo con la Nostra preghiera, che sappiamo avvalorata dall’intercessione della Vergine Santa, dei Santi Protettori, e dall’implorazione di quelle anime grandi e benedette, che, dopo aver tutto dato per l’ideale dell’Università Cattolica, riposano ora nella cripta della Cappella in attesa della risurrezione. Perché l’Ateneo continui nella sua irradiazione a bene della cultura e della società italiana, Noi invochiamo i copiosi aiuti del Sacro Cuore, mentre nel suo Nome impartiamo a Lei, al Magnifico Rettore, al Corpo Accademico, agli Studenti e al Personale d’impiego e di servizio, sempre fedelissimo, la Nostra propiziatrice Apostolica Benedizione, pegno di viva benevolenza.
Dal Vaticano, 9 novembre 1968.
PAULUS PP. VI
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