VISITA ALLA SEDE DE «L'OSSERVATORE ROMANO»
DISCORSO DI PAOLO VI
Giovedì, 4 luglio 1963
La paterna parola suscita la più viva commozione in quanti Lo ascoltano. Egli chiama, infatti, «amici» coloro che lavorano al giornale della Santa Sede; e vuole subito far conoscere i motivi della Sua non preannunciata, amabilissima visita.
Anzitutto per ringraziare. L’Osservatore Romano, come sempre, è stato all’altezza del compito suo nelle più recenti storiche circostanze : la morte del Sommo Pontefice di venerata memoria Giovanni XXIII; il Conclave; l’Elezione e l’Incoronazione del nuovo Papa. Si tratta di segnalati servigi resi alla Sede Apostolica, con diligenza, operosità, dedizione; e per ciò il Santo Padre desidera dire il Suo compiacimento e la Sua gratitudine.
L’incontro offre, poi, felice occasione per riconfermare nell’animo del Supremo Pastore la stima - che data da molti anni - da Lui professata verso la stampa cattolica in genere, verso il quotidiano della Santa Sede in modo speciale. Gli è caro, oggi, ricordarne i meriti del passato; ed esprime il voto che essi si accrescano nell’avvenire, sia con l’impegno fedele e generoso, da parte di tutti, nel nobile lavoro, sia con l’accogliere, lungo il cammino di vero apostolato, idee nuove, sane, adeguate, che perfezionino sempre più l’organismo, il cui compito è la diffusione della voce, dell’insegnamento del Papa, la conoscenza delle attività, delle prove, anche, dei trionfi della Chiesa.
È ovvio quindi che il Papa auspichi i migliori sviluppi non solo nel campo formativo e dottrinale, ma pure, il più possibile, in quello dei mezzi tecnici e della diffusione, per un quotidiano il quale, servendo come fa, e tanto fedelmente, la Chiesa, non può essere da meno delle più progredite forme di stampa, ma trova, nel suo stesso alto ideale, un motivo di nobile gara, di sicura affermazione.
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