DISCORSO DI PAOLO VI
ALLA CONFEDERAZIONE COOPERATIVA ITALIANA
Sabato, 9 ottobre 1965
Salutiamo con paterna benevolenza il vostro gruppo, così numeroso e pieno di entusiasmo, diletti membri della Confederazione Cooperativa Italiana. La vostra presenza merita un particolare elogio e incoraggiamento da parte del Papa, dal Quale siete venuti con tanta fede e con ardente desiderio; e Noi siamo lietissimi di tributarvelo, questo elogio, ampio e cordiale: voi celebrate infatti il ventesimo anniversario di fondazione della vostra benemerita Confederazione; e sappiamo che, dietro di voi, ci sono i quasi due milioni di soci, con le loro famiglie, presenti anch’essi spiritualmente a questo incontro di letizia e di speranza.
Queste cifre, e quelle che Ci avete voluto far pervenire a testimonianza del lavoro svolto in vent’anni di attività, dicono già tutto su di voi: parlano della vostra diffusione, della vostra solidarietà, del vostro spirito di collaborazione, di intraprendenza, di sollecitudine per la prosperità e l’incremento dei vostri enti cooperativi e mutualistici; dicono che siete vivi, operanti, attivi sul piano di una cooperazione che, riferendosi apertamente al nome cristiano, afferma così solennemente la propria dignità e i propri impegni.
Questo soprattutto Ci procura una grande consolazione, nel riguardare alle vostre schiere di lavoratori onesti e laboriosi, alle vostre Cooperative, riunite nelle varie Unioni territoriali e Federazioni nazionali: il sapere cioè che, nel regolare e dirigere la complessa e delicata attività, che fonde le vostre energie e moltiplica, avvalorandoli, i vostri sforzi, voi volete ispirarvi fedelmente ai principii della dottrina sociale cristiana, che, come ben sapete, anche in questo campo ha detto la sua parola suasiva e benefica. Approfonditela, quella parola, applicatene le consegne in tutti i settori del vostro lavoro. Essa proclama alto di fronte al mondo la dignità della persona umana, il suo diritto e dovere di mutuo rispetto per la scintilla divina che brilla sul suo volto (cfr. Ps. 4, 7), l’esigenza di salvaguardare la sua spiritualità e libertà di fronte all’invadenza della macchina e del tecnicismo, al predominio della materia, alla confusione delle ideologie. Ebbene, la vostra azione cooperativa offre queste alte garanzie per il degno sviluppo spirituale, morale, professionale di coloro che, come voi, vi lavorano. Come ha sottolineato Pio XII, di venerata memoria, parlando il 10 maggio del 1956, nel decennale della vostra istituzione, le Cooperative «servono gl’interessi economici dei loro membri, ma favoriscono al tempo stesso lo svolgersi delle loro qualità propriamente umane e delle loro più legittime aspirazioni» (Discorsi e Radiomessaggi, XVIII, p. 189).
Il traguardo, che ora celebrate, vi dia nuovo slancio per il conseguimento dei vostri nobili intenti: essere accanto gli uni agli altri, integrando col comune apporto il lavoro dei singoli, razionalizzando i programmi e le spese, componendo difficoltà e ostacoli imprevisti; in una parola, alimentare la coscienza del bene comune, dedita alla ricerca dell’utilità degli associati, che si risolve poi in beneficio dell’intera società.
Ma soprattutto Noi vi diremo: conservate al vostro grande e multiforme movimento cooperativo il suo originario e originale volto cristiano. Non si tratta di mescolare il sacro col profano, né di fare della professione cristiana uno strumento ‘di efficienza temporale; si tratta di spiritualizzare un fatto temporale, quale voi rappresentate, e di infondergli un senso ed un valore morale e religioso, che lo perfezionano, lo stabilizzano, lo nobilitano, lo portano ad un livello umano superiore. Osservando infatti i vari aspetti che descrivono il Vostro movimento: associativo, sociale, economico, educativo..., è facile vedere come ognuno di questi può essere portato ad un grado superiore, se lo spirito cristiano lo pervade. Non può forse il grande precetto della carità perfezionare, corroborare, elevare il principio associativo, da cui parte la cooperazione e darle quella forza interiore di solidarietà e di fratellanza, che l’interesse economico e lo spirito di categoria non possono fornire con pari pienezza alla cooperazione stessa? E non può forse lo spirito cristiano accrescere il valore sociale, proprio della cooperazione, per fare di questa non un fenomeno di classe chiusa e sorretta da scopi esclusivisti e antagonisti, ma un coefficiente prezioso fra l’individualismo e il collettivismo economico per dare al tessuto sociale della comunità una organicità benefica non solo ai. soci cooperatori, ma altresì all’intero campo economico-sociale? Egualmente si dica dell’aspetto educativo-morale; la cooperazione, per essere valida, per godere fiducia, per riuscire benefica, ha bisogno di principii morali forti e superiori, che facilmente la coscienza cristiana fornisce ed esercita, dando alla attività, a cui si applica, un vigore, una nobiltà, un merito degni veramente dell’uomo civile.
Senza dire, Figli carissimi, che la misteriosa, ma vigilante, operante e paterna Provvidenza di Dio assisterà le vostre imprese, se queste piamente e nobilmente sapranno riferirsi a quel regno di Dio, da cui la vita umana deve attingere il suo primo principio e a cui essa deve rivolgere il suo ultimo fine. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, ci insegna Cristo Signore, e tutto il resto vi sarà poi dato» (Matth. 6, 33).
Così, Figli carissimi, sempre così; e che davvero la divina assistenza vi faccia sempre buoni, bravi, onesti, uniti e prosperosi.
Noi vi accompagniamo in cotesto cammino con la Nostra preghiera, che vi rivolge l’augurio stesso del Principe degli Apostoli: «Mutuam in vobismetipsis caritatem continuam habentes: abbiate a vicenda fra di voi una continua carità» (1 Petr. 4, 8), quasi a motto e a consegna della vostra azione. E con paterno affetto vi impartiamo la Nostra particolare Apostolica Benedizione, che desideriamo rivolta altresì a tutti i soci della Confederazione, e alle vostre dilette famiglie.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana