DISCORSO DI PAOLO VI
NELLA CITTÀ NATALE DI LEONE XIII
Domenica, 11 settembre 1966
Anzitutto Paolo VI rileva il conforto che gli reca questo suo pellegrinaggio nella terra natale di Leone XIII e tra la sua gente. Venendo qui - Egli aggiunge - Ci prende quasi un senso di confusione di fronte alla grandezza, alla statura di un Pontefice la cui personalità, la cui opera, la cui sapienza non è soltanto una testimonianza del passato ma una lezione che si proietta nel futuro e della quale sono elementi storici i venticinque anni in cui il grande Pontefice governò la Chiesa, e i trenta in cui fu a capo della diocesi perugina. L’Augusto Pontefice sottolinea in primo luogo la pietà mariana di Leone XIII e ricorda le tante encicliche da lui scritte sul Rosario; e invita i presenti a coltivare, proprio in memoria del loro conterraneo, quella pietà personale e popolare che non sostituisce, ma integra la liturgia.
Siate veramente religiosi - soggiunge il Santo Padre -, cercate di accrescere la pietà che il grande Pontefice vi ha suggerita e vi ha trasmessa e di dare un senso sempre più religioso alla vostra vita comunitaria, in parrocchia, come pure nelle vostre case.
Ricordando i tempi di Leone XIII nei quali la Chiesa era particolarmente mortificata e diciamo pure indebolita per i ricorrenti e sistematici assalti dei suoi nemici, Paolo VI mette in risalto la sapienza del Papa che, pur non essendo mai uscito dal Vaticano, usò la sua voce, la sua parola, la sua sapienza per diffondere la verità, per far giganteggiare ugualmente pur fra tante difficoltà, la forza del messaggio cristiano, con parole rivelanti una dottrina trasparente, con parole destinate a essere ricordate come quelle della Rerum novarum. Questa voce, ha continuato il Pontefice, non si è mai spenta: rimane ora più che mai viva a differenza di tutte le altre di quel tempo che si sono affievolite o sono scomparse. Una voce che resta perché ha suscitato tante altre voci di sapienza sociale. Egli fu un vero avvocato del popolo, a nome della Chiesa prese le difese dei lavoratori.
Leone XIII diffuse nel mondo il tesoro della sua grande sapienza, un tesoro che il Vicario di Cristo porta sempre con sé attraverso la storia, grazie all’assistenza perenne dello Spirito Santo. Nacquero così le note Encicliche sui grandi valori della libertà, della democrazia e soprattutto quella sul problema sociale, la Rerum novarum che costituisce la base dell’insegnamento cristiano in materia sociale.
La difesa degli umili - osserva ancora il Santo Padre - e dei poveri non aveva mai trovato una voce così autorevole: la sociologia cristiana, cioè la scienza della buona società vissuta secondo i principi cristiani che trovava una codificazione fondamentale. Per questo Leone XIII è stato una espressione genuina ed altissima del magistero ecclesiastico, incarnando la Chiesa maestra, cioè la Chiesa che insegna e vuol risolvere i problemi della vita.
Il Papa esorta i fedeli ad avere fiducia nella Chiesa e nel suo magistero. C’è - dice Paolo VI - una parola di verità che si diffonde nel mondo; abbiate fiducia nel contenuto vivo, eterno, divino delle parole del suo Vicario. La vostra comunità parrocchiale dev’essere, in tal modo, continuatrice del plauso che oggi ha tributato a Leone XIII.
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