DISCORSO DI PAOLO VI
NEL 150° ANNIVERSARIO DEL CONFERIMENTO
DEL TITOLO DI CITTÀ A VARESE
Sabato, 24 settembre 1966
L'Augusto Pontefice rivolge la sua parola ai presenti, rinnovando l’espressione del paterno affetto per la città e il popolo, le autorità religiose e civili, gli Istituti tutti, rilevando il bene compiuto e promosso dall’Azione Cattolica, dagli Oratori, dagli Enti più diversi. Il Papa tutti ringrazia per la loro presenza, che risveglia in Lui tanti soavi ricordi, impressi nel suo animo: dallo splendido paesaggio, al Sacro Monte, alle Istituzioni, alle molte ed egregie attività.
È lieto che questi ricordi siano ridestati dal 150° anniversario del conferimento del titolo di città a Varese, della quale rievoca le tante memorie storiche e le tante benemerenze, soffermandosi sul patrimonio glorioso delle cristiane tradizioni che meritano vivissimo elogio.
Nel 1955 il Papa, allora Arcivescovo di Milano, fu ricevuto al Palazzo Civico con straordinaria cordialità. Egli allora poté rilevare che Varese è come la città ideale per tutte le caratteristiche che rendono illustre un centro urbano: da quella culturale a tutte le altre, apprezzabilissime, di progresso industriale, di fervore spirituale, di ascesa nella vita civile.
Il Santo Padre si sofferma, a tale proposito, sui benefici che la società religiosa può dare a quella civile e viceversa, ed esprime il suo compiacimento per l’armonia e la collaborazione reciproca esistente nella diletta Città. In tal modo si favorisce ed alimenta una vera circolazione di prosperità, e quell’armonia ch’è tanto necessaria e provvida anche per le Nazioni, ben al di sopra d’ogni egoismo e dissidio.
Sua Santità conclude l’augurale saluto con una grande benedizione che i cari ascoltatori vorranno portare a tutti i congiunti e concittadini, specie a coloro che furono da Lui cresimati, alla gioventù, ai poveri, ai lavoratori, agli infermi. Per tutti invita a recitare con Lui il Pater noster.
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