DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL CONSIGLIO GENERALE
DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER L’AMERICA LATINA
Mercoledì, 30 novembre 1966
Signor Cardinale,
Venerabili Fratelli,
Diletti Figli.
La sollecitudine, non scevra di ansie, con la quale scrutiamo ininterrottamente l’orizzonte della Chiesa nell’America Latina, ha oggi una pausa di sollievo.
È il dono che Ci arreca la vostra presenza, con la conferma che essa porta alle Nostre speranze, arrivandole fino a trasfigurarle in certezze circa l’avvenire religioso del grande Continente.
Il Consiglio Generale della Pontificia Commissione per l’America Latina raduna dinanzi a Noi uno stuolo di artefici del rifiorimento cattolico di tanta parte dell’emisfero occidentale.
Salutiamo anzitutto con paterno affetto il venerando Presidente e i Membri della Nostra Commissione per l’America Latina; salutiamo la nuova Presidenza del Consejo Episcopal Latino Americano ed in particolare il suo Presidente, il cui impegno nel reggere questo importante organismo attenua l’amarezza causata dalla tragica scomparsa del suo Predecessore.
Siamo lieti di rivolgerci anche a quegli altri Nostri Fratelli dell’Episcopato dell’America Settentrionale e dell’Europa, che, in favore dell’America Latina, promuovono una collaborazione apostolica, tale - per le opere compiute e per quelle animosamente divisate - da non avere facile riscontro in tutta la storia della Chiesa. Ad essi vediamo con gioia affiancato qui - come lo sono nel campo della collaborazione testé esaltata - i Rappresentanti degli Ordini e delle Congregazioni religiose maschili e femminili, ed un gruppo di benemeriti Ecclesiastici e Laici che prestano un’opera preziosa per lo svolgimento dell’attività degli organismi episcopali impegnati nell’aiuto alla Chiesa nell’America Latina.
Il Nostro compiacimento non ha da cercare lontano la sua giustificazione: essa è nel tema stesso che vi siete radunati a studiare, qui, sotto il tetto del Padre comune, e che segna un nuovo passo verso il perfezionamento e quindi verso una maggiore efficacia dell’apostolico sforzo intrapreso.
È una caratteristica fondamentale del movimento da voi promosso in favore della Chiesa nell’America Latina, che esso, superata da gran tempo la fase degli aiuti sporadici e occasionali, si proponga una collaborazione sempre più organica.
Lo scorso anno voi avete esaminato un aspetto fondamentale di quella ch’è un’esigenza categorica: la pianificazione e il coordinamento delle forze vive offerte dalla generosità di molti Episcopati per la ripresa religiosa dell’America Latina.
In questa terza Sessione avete affrontato un altro tema, che corre parallelo al precedente: la pianificazione e il coordinamento degli aiuti economici.
Anche questa è un’esigenza perentoriamente comandata sia dal cumulo immenso delle necessità, sia dal dovere di trarre il migliore rendimento da un contributo che non senza sacrificio viene dai fedeli di altri Paesi.
V’è, infatti, il pericolo che nel premere di tanti bisogni restino obliterate quelle priorità obiettive, che hanno da essere soddisfatte secondo una linea preferenziale. Qui, appunto, s’incontrano lo studio congiunto, l’intesa e la collaborazione, cui in questi giorni avete dato la vostra considerazione e quella soluzione organizzativa, che unirà armonicamente in un medesimo intento chi ha da chiedere un soccorso e chi sente il dovere di prestarlo.
Ma non meno Ci compiaciamo per lo spirito con il quale chi fra voi ha la fortuna di poter essere generoso, vuole contraddistinguere il suo dono: il riconoscimento della dignità e il rispetto della libertà di colui che riceve, la viva coscienza di una solidarietà qual è stata richiamata dal Concilio (Cost. Dogm. de Ecclesia «Lumen Gentium» , nn. 13 e 23), ed infine l’idea della funzione sussidiaria del soccorso, che ha da intervenire come contributo non già chiuso in sé, ma rivolto allo sviluppo delle intrinseche forze della Chiesa nell’America Latina: su queste, infatti, essa dovrà un giorno contare, né soltanto per sé, ma altresì per rispondere a quella vocazione apostolica che la Divina Provvidenza chiaramente le assegna per le sorti future del Vangelo nel mondo.
Ci piace sapere che nei vostri disegni la collaborazione non deve svolgersi unicamente tra l’Episcopato Latino Americano e gli organismi di altri Paesi pronti ad offrirgli un sostegno; essa ha da vincolare tra di sé questi stessi organismi per quel mutuo aiuto che li abiliti a raccogliere fondi, nella misura del possibile, sempre più abbondanti.
Si tratta in sostanza di rivolgere un più largo appello a tutti i laici, nel quadro delle sollecitazioni loro rivolte dal Concilio col Decreto «Apostolicam actuositatem»: «. . . De necessitatibus populi Dei in toto orbe terrarum solliciti sint. Imprimis sua reddant opera missionaria, auxilia materialia vel etiam personalia praestando. Officium et honor enim est Christianorum Deo restituere partem bonorum quae ab eo accipiunt» (n. 10).
Fate risonare, dunque, nella coscienza dei fedeli la parola del Signore: «Amen dico vobis, quamdiu fecistis uni ex his fratribus meis minimis, mihi fecistis» (Matth. XXV, 40). Il Signore parlava delle opere di misericordia corporale, ma il suo insegnamento è, a più forte ragione, valido per le opere di misericordia spirituale, che costituiscono lo scopo prevalente, peraltro non esclusivo, del vostro apostolico programma. Rinnovate il richiamo di Cristo e dite ai vostri fedeli che il suo Vicario in terra, sotto il peso della tremenda responsabilità di tutto il popolo di Dio, riguarda come rivolto a Se stesso quanto è fatto al più piccolo dei Suoi fratelli.
Da parte vostra, oggi, dopo le deliberazioni prese congiuntamente, voi potrete meglio di prima assicurare i vostri fedeli che il loro contributo - non di rado è l’obolo della vedova - sarà messo a frutto nel modo più accorto, così che renda, come il seme evangelico, il centuplo per uno. Non è questa una prospettiva sproporzionata, perché il valore economico del loro soccorso si traduce in un valore spirituale, qual è quello di fornire ai ministri di Dio i mezzi per potenziare la loro opera, quasi moltiplicando gli stessi Apostoli.
Nessuna delle necessità economiche che impediscono o restringono la missione della Chiesa nell’America Latina è senza un’eco nella Nostra suprema responsabilità pastorale; ma permettete che accenniamo ad una di esse in particolare.
Abbiamo visto in questi anni schiere di giovani sacerdoti partire pieni di ardore verso l’America Latina; ad uno stuolo di essi, or sono pochi mesi, in una memorabile giornata, Noi stessi abbiamo conferito la Sacra Ordinazione. Ma questo soave ricordo si adombra nell’animo Nostro: quale iattura sarebbe, se il loro fremito di conquista fosse miseramente mortificato dalla mancanza di mezzi materiali; peggio, se la loro vita preziosa dovesse logorarsi anzitempo per la penuria dei mezzi stessi di sussistenza! E voi sapete che questa in più di un caso è una lacrimevole realtà.
Ecco perché vivissimo è il Nostro plauso e profonda la Nostra gratitudine per il molto che generosamente voi, con i vostri fedeli, avete già fatto, affinché lo zelo degli Apostoli - di quelli che il Signore ha suscitato nell’America Latina e di quelli che la Sua Provvidenza fa affluire in loro aiuto da altri Paesi - operi con tutta la sua efficacia, per la gloria divina e per la salvezza delle anime.
La Nostra Apostolica Benedizione valga come un sigillo dei Nostri sentimenti e come un sostegno all’opera vostra.
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