CONCISTORO SEGRETO PER LA CREAZIONE DI 35 NUOVI CARDINALI
ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE PAOLO VI
NEL CONCISTORO SEGRETO
Lunedì, 28 aprile 1969
Venerabili Fratelli,
Vi rivediamo con grande gaudio e consolazione, membri diletti ed eletti del Sacro Collegio, in questa solenne circostanza di un nuovo Concistoro Segreto, incontro che suole segnare tappe importanti, anzi memorabili nella progrediente storia della Chiesa. E tanto maggiore è il Nostro compiacimento, oggi, perché pare a Noi che il presente Concistoro rivesta un carattere di singolare rilievo per le contingenze storiche odierne. Effettivamente, vi abbiamo oggi convocati per trattare con voi argomenti di grande importanza; e cioè, in primo luogo la creazione dei nuovi Cardinali; l’opzione di alcuni membri del Sacro Collegio; le Preconizzazioni dei Vescovi delle sedi vescovili, rimaste vacanti, con l’elenco delle Chiese già provviste; la Causa di Canonizzazione della Beata Giulia Billiart, Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur, con la richiesta dei vostri voti, e la Postulazione dei Palli, a nome dei nuovi Cardinali.
A questo Concistoro segreto seguirà il Concistoro unico: quello pubblico, anzitutto, per la Postulazione dei Palli per i nostri Fratelli arcivescovi metropoliti e le istanze dell’Avvocato Concistoriale per l’annunciata Canonizzazione, a cui risponderemo per il tramite del Nostro Segretario dei Brevi ai Principi; indi quello semipubblico, per la votazione relativa alla Canonizzazione e quanto, secondo l’antico costume, vi è connesso; concluderemo poi con una Nostra allocuzione, nella quale daremo importanti comunicazioni, che riguardano particolarmente la Sacra Liturgia, e le Sacre Congregazioni dei Riti e per la Dottrina della Fede.
Ma vogliamo ora intrattenervi sul punto che più attira l’opinione pubblica nella presente circostanza, dopo l’annuncio che abbiamo fatto pubblicare or non è molto: e cioè la creazione dei nuovi Cardinali, chiamati da ogni nazione e continente ad aggiungersi al vostro venerando consesso, il quale conseguirà perciò un numero ancora non mai raggiunto nella sua vita pur secolare. È una nuova affermazione dell’universalità soprannazionale della Chiesa, che il Nostro Predecessore Giovanni XXIII, di v.m., sull’atto di nominare i primi Cardinali del suo Pontificato, tra i quali fummo anche Noi chiamati, volle definire, «come un prodigio in faccia alle genti . . . . cioè, come un albero frondoso, ricco di fiori e di frutti, e come una città posta sul monte, a cui tutte le nazioni rivolgono lo sguardo» (Allocuz. 15 die. 1958; Discorsi Messaggi Colloqui, I, p. 79). Ad essa appartengono tutti i popoli della terra, perché la chiamata alla fede ed al battesimo, che essa fa per comando del suo Divino Fondatore, è rivolta a tutti, senza eccezioni: «Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le creature» (Marc. 16, 15): e il Collegio dei Cardinali, che è l’organo più eletto e qualificato per la collaborazione che presta al Papa nell’esercizio del suo ministero pastorale e universale, deve rispecchiare con una nota sempre più ampia e luminosa tale preminente caratteristica della Chiesa. Per questo abbiamo ampliato ancor più il numero dei suoi membri, affinché esso comprendesse veramente con amplissimo circolo le nazioni del mondo, sia quelle di antica tradizione cristiana, sia quelle che come fiorente giovinezza si sono affacciate alla ribalta del mondo, col vigore delle loro energie, con la ricchezza delle loro culture etniche, con la volontà di collaborazione alla pace comune, e soprattutto con l’esemplarità della loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa, chiamando nel Sacro Collegio Cardinalizio i Vescovi delle loro sedi più importanti ed attive. Ad essi si aggiungono uomini di chiarissima fama, che hanno speso la loro alta competenza nel servizio della Chiesa Cattolica, sia nella Curia Romana, sia nelle Rappresentanze, sia nel campo della coltura ecclesiastica.
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