DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI DIRIGENTI DEL BANCO DI ROMA
Mercoledì, 11 marzo 1970
Cari ed illustri Signori!
Ringraziamo, innanzi tutto, l’avvocato Vittorino Veronese, Presidente del Banco di Roma, delle cortesi e nobili parole, che egli ci ha testé rivolte, interpretando felicemente i sentimenti di quanti egli qui rappresenta e che qua egli ha guidati.
A lui il Nostro cordiale saluto; che estendiamo a voi tutti, Signori, Dirigenti e Amministratori del Banco di Roma in Italia, in Francia, nel Belgio, nella Svizzera, in Etiopia, come pure agli Amministratori degli altri Istituti di Credito, ora menzionati dal Signor Presidente stesso, con i quali il Banco di Roma è collegato.
Siamo grati a voi tutti di questa visita, che suscita in Noi sentimenti di benevolenza per motivi ben diversi da quelli di interesse economico. Vi sono infatti altre ragioni per cui accogliamo volentieri la vostra visita; e la prima ragione è dalla veneranda anzianità del vostro Istituto bancario, commemorando esso, com’è stato ben ricordato, il novantesimo anniversario della sua fondazione. Una istituzione, che per così lungo periodo di tempo svolge l’opera sua, nonostante l’inclemenza e l’incostanza proprie del mondo finanziario, con crescente sviluppo, guadagnandosi stima e fiducia sempre più larghe, attesta una costante e indefessa somma di lavoro, che merita, già per se stessa, un favorevole riconoscimento. Questo fatto della durata indica che il Banco di Roma ha una storia; e la sua storia ci porta a ricordare le origini del Banco medesimo; le finalità morali e sociali, oltre che economiche, che ne ispirarono la fondazione; le persone, che ne guidarono le sorti; il carattere particolare, che configurò il profilo pubblico e gli meritò la fiducia e la preferenza degli ambienti religiosi e cattolici. Questa storia è preziosa anche per chi la osserva dalla nostra riva, non tanto per l’aspetto utilitario, che vi si possa riscontrare, e che le sue agitate vicende non sempre presentarono fortunato, quanto per i principi etici che le vollero imprimere i caratteri, ormai acquisiti e sempre richiesti per la vostra professione; una storia distinta dai caratteri d’una severa onestà, d’una saggia e moderata amministrazione, d’una promozione non solo del proprio, ma altresì del pubblico interesse.
Così che le persone, le quali diedero sviluppo e vanto al vostro Banco, meritandogli d’essere classificato fra i primi della finanza italiana, dimostrarono come anche quei cattolici, che promossero la fondazione e poi lo sviluppo del vostro Banco, allora quasi straniati dalle pubbliche funzioni, avevano virtù di probi e valenti amministratori, virtù rese preclare quando alla loro specifica tecnica essi infondevano quello spirito di distacco e di onestà, e quello non meno operante di carità sociale, che insegna a maneggiare il denaro come il simbolo del pane per l’umana famiglia e specialmente per la fame dei fratelli minori, e che dal Vangelo, meglio che da ogni altra scuola, si può derivare.
La storia si fa tradizione? Noi lo auguriamo di cuore. E ce ne fa garanzia la presenza degli odierni amministratori del Banco di Roma. Così che Noi esprimiamo il triplice voto che codesto Istituto di Credito possa efficacemente continuare nella sua severa ed equilibrata funzione di buono amministratore e di valido sostegno della finanza nazionale e internazionale; possa dare in ogni suo esponente encomiabile esempio di alte virtù personali, morali e civili; e possa dirittamente perseguire nell’arduo e delicato gioco degli interessi economici quegli scopi sociali, che fanno della ricchezza una fonte di provvido e onesto lavoro, di promozione del pubblico bene, sociale e religioso, e di generosa beneficenza a vantaggio dei fratelli bisognosi e delle istituzioni rivolte all’incremento della moderna cultura e del civile progresso.
Vi ringraziamo perciò, illustri Signori, della vostra visita e del vostro filiale omaggio, e implorando sulle vostre persone e su quelle dei vostri collaboratori e delle vostre famiglie, non che su la vostra buona e vigilante attività la divina assistenza, tutti di cuore vi benediciamo.
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