DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI MEMBRI DEL ROTARY CLUB IN OCCASIONE
DELL’VIII CONGRESSO REGIONALE DELL’ISTITUZIONE
Sabato, 14 novembre 1970
Illustri Signori,
Celebrando il vostro ottavo Congresso, con cortese pensiero avete voluto inserire nel programma delle manifestazioni anche una visita alla Nostra umile persona. Ve ne siamo profondamente grati, e nel ricevere un numero così cospicuo e distinto di soci del Rotary Club della Regione europea e mediterranea, cogliamo volentieri l’occasione per confermarvi l’interesse con cui guardiamo alla vostra molteplice attività nel campo culturale, artistico, scientifico e della beneficenza.
Il tema del vostro Congresso «Europa e Mediterraneo negli anni ‘70» mette bene in rilievo il comune intento che guida ed ispira le vostre riunioni: discutere insieme, cioè, tutto ciò che è possibile fare per elevare al massimo grado la comprensione e la solidarietà tra i Paesi europei e medio orientali che, pur stretti da comuni antichissimi vincoli di civiltà e di sangue, così sovente sono dilaniati da contrasti che troppo spesso si sono mutati e si mutano in lotte fratricide. Il vostro Congresso acquista così un particolare significato che supera quello di un ordinario convegno svolto nel nome dell’amicizia e della cultura, per collocarsi nella prospettiva più alta di rendere un servizio alla causa della pace.
Non è chi non veda la nobiltà e l’importanza di questi vostri intendimenti, in un momento in cui recenti e drammatici avvenimenti fanno sentire l’urgenza di risvegliare nelle coscienze la stima di quei valori che vi proponete di riaffermare. E Noi, che ai problemi della pace dedichiamo tanta parte delle Nostre sollecitudini apostoliche, non possiamo che lodare e incoraggiare i vostri sforzi. Certamente, giova ripeterlo, la Chiesa con ciò non persegue alcun disegno di carattere politico; essa tuttavia, che secondo il mandato ricevuto dal suo divin Fondatore invita i suoi figli a divenire «artefici di pace» e ad avere «fame e sete di giustizia» (Cfr. Matth. 5, 6-9), non può rimanere indifferente di fronte a quanto può avvicinare gli uomini tra di loro, regolarne le controversie e allentare la tensione internazionale.
Vi è inoltre ancora un aspetto che amiamo sottolineare nel vostro odierno incontro con Noi. Il vostro Congresso portando al Capo della cattolicità il suo omaggio e il suo saluto, con ciò apertamente riconosce che la solidarietà, la pace e la fratellanza umana hanno per voi una dimensione non solo politica e sociale, ma anche spirituale e religiosa.
Nello stesso tempo il vostro gesto è altresì una testimonianza di rispetto all’opera indefessa della Santa Sede svolta a tutela di questi valori, affinché cioè la concezione cristiana della pace entri nella mentalità e nel costume dei popoli, ed abbia ragione dell’odio della violenza, degli egoismi sotto ogni forma, che rendono gli uomini nemici fra di loro. In realtà dalla cattedra di San Pietro, specialmente nelle ore più oscure della storia, gli uomini hanno ricevuto insegnamento autorevole e stimolo valido per elevare i pensieri agli ideali della pace, della concordia e della solidarietà universale.
Accompagnando pertanto coi migliori voti i lavori del vostro Congresso, non possiamo fare a meno di applicare a voi le parole della Bibbia: Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona (Is. 52, 7). Beati pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur (Matth. 5, 9). E la preghiera che ci sale a Dio dal cuore è che il vostro incontro faccia fiorire idee, propositi e iniziative di generosa collaborazione per l’edificazione di una società in cui siano sempre migliori l’intesa e il dialogo.
Abbiamo saputo che in occasione del vostro Congresso si è voluto appositamente il ripristino del padiglione dell’Ara Pacis, restituito finalmente all’ammirazione dei cittadini di Roma e dei visitatori di tutto il mondo. Possa questo avvenimento così ricco di suggestione - come è nei desideri e nelle aspirazioni dei suoi promotori - coincidere con un’èra di rinnovata pace per i Paesi dell’Europa e del bacino del Mediterraneo, che non potrebbe non tradursi in un’èra di feconda prosperità per tutti i popoli fratelli che vi coabitano.
Tali sono, egregi Signori, alcune delle riflessioni che ci ha ispirato la vostra visita e ci era gradito comunicarvi. Vogliate vedere in esse un segno della stima che portiamo nei confronti della vostra attività. Su di essa, sulle vostre famiglie e sulle vostre persone, invochiamo di cuore l’abbondanza delle divine benedizioni.
Chers Messieurs,
Les finalités de votre association ne sont pas sans retenir Notre sympathie, vous qui cherchez, par un large réseau de relations amicales, à élargir, avec le cercle de vos rencontres, la culture de tous ceux qui ont le privilège d’y participer. Souvent la culture, dans les milieux professionnels, se limite étroitement, à la letture des quotidiens et des best-sellers. Mais vous, en hommes chargés d’occupations et donc soucieux de ne pas perdre de temps, vous savez joindre l’utile à l’agréable. Vos réunions, sympathiquement organisées autour d’une table accueillante, vous permettent de partager en même temps le pain du corps et la nourriture de l’esprit. Nul doute que ce ne soit pour tous un précieux enrichissement, celui d’une information plus étendue, celui aussi d’une réflexion plus approfondie sur les grands problèmes de l’heure présente.
De grand cœur Nous Nous félicitons avec vous de cet effort de pensée, plus indispensable que jamais aujourd’hui, dans la mutation qui ébranle notre temps, et où l’homme ne peut plus être réellement cultivé s’il ne se met à l’écoute des spécialistes, et ne conjugue ainsi amicalement les compétences. Cette ouverture sur les problèmes du monde d’aujourd’hui est précieuse, elle est même indispensable pour tous ceux qui portent des responsabilités, et plus largement pour tous ceux qui veulent réellement participer à la vie sociale. Puissent vos rencontres amicales développer en vous ce souci du bien commun sans lequel toute société ne peut que se dissoudre. Sachez recueillir tout ce qui se fait de beau et de bien, encourager toutes les initiatives positives, et œuvrer ainsi avec intelligence à la construction d’un monde fraternel.
Tel est Notre vœu. Nous l’accompagnons à votre intention de Notre Bénédiction Apostolique.
It is for you, gentlemen, to show yourselves peacemakers, to work unceasingly for the attainment of that purpose. But let Us not forget that, while peace is the fruit of men’s effort, it is also a precious gift of God. We must always treasure it as such, and never fail to give it the fullest respect when We possess it to some degree. We must implore it constantly of the Father of us all. And We must strive to be less unworthy of being favoured with a gift of such surpassing value. If We make this endeavour, We can be sure that in Our efforts for peace the God of peace Will be with Us.
Lassen Sie Uns auch ein herzliches Grusswort in deutscher Sprache an Sie richten. Wir danken Ihnen für Ihren Besuch, der Uns sehr gefreut hat. Gern unterstützen Wir mit Unserem Gebet alle Ihre Bemühungen, die dem Frieden, dem Fortschritt, der sozialen Gerechtigkeit und der Brüderlichkeit aller Menschen dienen. Gottes Segen sei mit Ihnen.
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