DISCORSO DI PAOLO VI
AI SACERDOTI DI MILANO E DI ALBA
NEL XXV DELLA SACRA ORDINAZIONE
Mercoledì, 5 settembre 1973
Carissimi sacerdoti di Milano e di Alba!
Celebrando il XXV di Prima Messa avete desiderato un incontro tutto particolare col Papa. Vi ringraziamo di questo pensiero, che indica la serietà con cui avete voluto ricordare la data centrale della vostra vita, quella in cui siete stati consacrati a Cristo Gesù, e gli avete donato le vostre energie, le vostre facoltà, l’intelligenza, la volontà, tutta la vostra persona, per essere i suoi strumenti, i suoi servitori, i suoi amici, gli alunni e i predicatori del Vangelo del Regno, i collaboratori del ministero episcopale.
Se abbiamo acconsentito di tutto cuore alla vostra aspirazione, è stato per dirvi che anche noi amiamo trarre dalla vostra presenza - come avviene per tutti i gruppi di sacerdoti che, a diverso titolo, si succedono nella nostra casa - un grande conforto, una grande gioia, una più grande speranza: e cioè la conferma sempre viva della grande promessa di Cristo Risorto: «Ecco, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matth. 28, 20). Sì, i sacerdoti sono il segno della continuità e della presenza di Cristo Maestro e Pastore tra gli uomini, e manifestano la vitalità e la perennità della Chiesa. Come ha detto il Concilio Vaticano II, «essi, sotto l’autorità del Vescovo, santificano e governano la porzione di gregge del Signore loro affidata, al loro posto rendono visibile la Chiesa universale, e portano un grande contributo all’edificazione di tutto il Corpo di Cristo»! (Lumen Gentium, 28) Mancano le parole per riassumere tutto il bene che una esistenza sacerdotale, serena, generosa, umile, sacrificata, lieta, può portare alla Chiesa e alle anime. Voi, che guardate indietro ai venticinque anni del vostro ministero, potete rendervene conto: di qui l’inno di riconoscenza al Signore, di qui il proposito rinnovato: «impendam et superimpendar» (2 Cor. 12, 15).
Noi vi siamo vicini, partecipi della vostra gioia e della vostra commozione : conosciamo e ricordiamo la maggior parte di voi, che eravate nei primi anni di ministero quando iniziammo il nostro servizio pastorale a Milano. Siamo certi che quel fervore giovanile, pur con l’esperienza degli anni, si è mantenuto intatto. A voi, e ai sacerdoti di Alba, diciamo il nostro ringraziamento, nel Nome del Signore, per quanto avete compiuto per la sua Chiesa; vi raccomandiamo di fare dei documenti conciliari sul sacerdozio oggetto di assidua meditazione e di fattiva applicazione; e vi indichiamo nella preghiera, e specialmente nella Messa quotidiana, l’alimento e l’anima del vostro apostolato.
A voi, alle persone care, alle anime e attività che vi sono affidate, impartiamo con grande affetto la nostra Benedizione.
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