DISCORSO DI PAOLO VI
AI MAESTRI CATTOLICI ITALIANI
Sabato, 6 dicembre 1975
Siamo lieti di incontrare i partecipanti all’XI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (A.I.M.C.).
Dalla semplice enunciazione del tema da voi scelto per questi giorni di studio - «Innovazione educativa e libertà del docente» - già si intuisce la complessità e gravità dei problemi che state trattando e sui quali è impegnata la vostra attività professionale.
Le novità che sono in fase di sperimentazione nell’ambito della scuola italiana in questi anni chiamano i docenti cattolici ad una presenza più attiva e più vigorosa, e ad una testimonianza cristiana forse più ardua e più difficile. Si tratta di innovazioni che tendono ad allargare la corresponsabilità nella formazione, chiamando a farne parte anche strutturalmente i genitori e gli alunni. I nuovi organi collegiali vogliono fare della scuola una comunità educativa non chiusa in se stessa, ma vitalmente inserita nella più vasta comunità sociale e civica. Il principio della «partecipazione», che oggi fa sentire le sue esigenze in ogni ambito della convivenza umana, applica il suo dinamismo anche alla scuola.
Ma voi sapete anche - e le prime esperienze ve ne hanno dato certamente conferma - che questa nuova situazione non attenua il vostro impegno, anzi reclama da voi maggiori energie e maggiore dedizione. Poiché, se nuove strutture danno nuovi strumenti per immettere nella scuola contributi che in fondo ne hanno sempre fatto parte, voi restate tuttavia i professionisti dell’educazione; coloro che la famiglia e la società specificamente deputano alla formazione degli individui. È vostra fondamentale missione trasmettere la cultura, intervenire nella assimilazione ed elaborazione di essa, seguire e stimolare l’itinerario evolutivo perché la personalità umana maturi in maniera integrale ed armonica, veramente libera, pienamente consapevole.
Le nuove articolazioni organizzative esigeranno da voi maggiore preparazione, maggiore capacità di verifica, maggiore disponibilità al confronto.
Come cattolici, dovete poi testimoniare anche un’altra convinzione: quella della irrinunciabilità dell’istruzione religiosa. Se la scuola presume ed ha il dovere di essere il luogo privilegiato per la integrale educazione dei cittadini, noi proclamiamo che la dimensione religiosa è parte costitutiva ed essenziale di una adeguata formazione della personalità umana. Dobbiamo ribadirlo; dobbiamo rivendicare questa libertà; non possiamo declinare questo dovere. Fa parte integrante del nostro servizio all’umanità. Vi auguriamo che la vostra Associazione sappia far fronte con dignità ai compiti nuovi ed antichi a cui la scuola vi chiama.
Vi seguano il nostro paterno incoraggiamento e il nostro costante interessamento. Vi confermi la particolare Benedizione Apostolica che di tutto cuore vi impartiamo.
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