PIO XII
UDIENZA GENERALE*
Mercoledì, 8 novembre 1939
Sacra alleanza
Con particolare benevolenza salutiamo dapprima voi, cari sposi novelli, che un pensiero di fede ha condotti presso di Noi, affine di ricevere la Nostra benedizione, in un momento per voi così importante, sia per i doveri assunti, come per le grazie che a voi sono state largite.
Il matrimonio infatti impone dei doveri nuovi. Fino ad ora molti di voi avevano vissuto sotto il tetto paterno, senza responsabilità proprie, limitandosi ad aiutare, secondo l'età e le forze, un padre e una madre amatissimi, che assicuravano loro un posto nel focolare e alla tavola domestica. Ora invece avete fondato una nuova famiglia di cui sarete responsabili dinanzi a Dio e agli uomini. Fate che sin dal primo giorno la vostra casa sia e apparisca cristiana. Che il Sacro Cuore di Gesù ne sia il Re; che l'immagine del Salvatore crocifisso e quello della dolcissima Vergine Maria vi abbiano il posto d'onore. E ciò non solo per rendere manifesto agli occhi di tutti che nella vostra dimora si serve Iddio e che i visitatori e amici debbono, come voi stessi, bandire da essa tutto ciò che può violare la sua santa legge: discorsi disonesti, parole menzognere, collere o debolezze colpevoli; ma altresì per ricordarvi che Gesù e Maria sono i più costanti e i più amantissimi testimoni e quasi associati agli avvenimenti della vostra famiglia: gioie, che Noi vi auguriamo numerose, dolori o prove, che non potranno neppur esse mancare. Perchè anche voi avrete, come tutti in questo mondo, le vostre ore di tristezza. Voi forse vivete attualmente in un dolce sogno; ma quale sogno resiste alla realtà di ogni giorno? Contro le inevitabili disillusioni, contro le difficoltà inerenti alla vita coniugale, vi premunisce però la grazia del sacramento. In ogni circostanza lieta o triste, del vostro vivere, rimane sempre per voi fermo il grande compito del matrimonio cristiano. Il matrimonio non è per voi, cristiani, un'alleanza puramente naturale, un patto meramente umano; è un contratto nel quale Iddio ha il suo posto, e il solo che a Lui convenga, vale a dire il primo. Voi vi siete uniti davanti al suo altare, non solamente per alleggerire l'uno all'altra il peso della vita, ma altresì per collaborare con Dio stesso alla continuazione della sua opera creatrice, conservatrice e redentrice. Iddio, ricevendo e benedicendo le vostre promesse, ha a voi conferito al tempo medesimo una grazia speciale per rendervi sempre più facile il compimento dei nuovi e particolari doveri.
Con questi sentimenti e con questi auguri vi impartiamo di cuore, pegno dei più abbondanti favori celesti, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
Dopo tali elette esortazioni ai novelli sposi, il Santo Padre, rivolgendosi ai giovani di Azione Cattolica, premiati nella gara di coltura religiosa, pronunziava le seguenti parole di ambitissimo elogio :
Accanto agli sposi novelli abbiamo la gioia di vedere oggi una eletta schiera di Gioventù cattolica italiana. In questi giorni dell'autunno che, col rendere che fanno molti alberi le loro foglie alla terra, ci rammenta la caducità delle cose, la presenza vostra invece, dilettissimi figli, guidati, per la loro parte, dai Nostri Venerabili Fratelli, i Vescovi di Avellino e di Segni, e dagli zelanti e dotti vostri maestri e Assistenti ecclesiastici, Ci appare come una visione di primavera, fiorita in voi alle aure vivide della famiglia cristiana, agli zeffiri della pietà e istruzione religiosa, all'ombra sacra delle torri e dei campanili delle vostre parrocchie. In mezzo alla vostra corona di freschi visi e sorrisi il Nostro animo paterno sembra ringiovanire con voi, perchè voi siete non lugubre corona di fiori autunnali, bensì un serto di fiori germoglianti e crescenti alla dolce stagione nel giardino della Chiesa di Cristo, di quel Gesù che voi avete imparato a conoscere, ad adorare, ad amare, a servire, a invocare; di quel Gesù, del quale sta scritto che « proficiebat sapientia et aetate et gratia apud Deum et homines ».
Benedizione e dono di Dio è il crescere nell'età, che voi fate, carissimi giovani; ma il crescere solo nell'età del corpo sarebbe un crescere degno delle piante e degli animali senza ragione, se l'uomo, innalzato sopra gli animali irragionevoli e le piante e tutta la natura dall'immagine e similitudine divina impressagli in fronte dal Creatore, non crescesse anche nell'età della mente innanzi a Dio e agli uomini. Beati voi, se crescete in quella sapienza che stampa nella vostra mente, come sigillo indelebile e caro, come luminoso raggio dei vostri verdi anni, la fede in Dio, la speranza in Dio, l'amore di Dio con la preghiera e la virtù cristiana, con l'affetto filiale alla Chiesa, Madre vostra, con quel coraggio, non pavido del rispetto umano, che procede dall'intima adesione alla voce di lei, dalla venerazione e dalla convinzione degli ammaestramenti ricevuti, da quella profondità del cuore, dove nella giovinezza venite ponendo i fondamenti del carattere di consapevoli e devoti figli di Dio e della Chiesa.
Ecco l'altissima sapienza della coltura religiosa: sapienza, che vi rende più saggi dei più grandi filosofi dell'antichità pagana e dei discordanti filosofi e investigatori dell'età moderna. Una vecchierella, scriveva il sommo teologo San Tommaso d'Aquino, ne sa più oggi delle cose della fede che non un giorno tutti i filosofi.
In questa sapienza cristiana voi, diletti figli, andate crescendo colla Gara annuale di coltura religiosa. E una santa gara, una sacra palestra, una religiosa corsa nell'avanzarsi ,in conoscere i misteri divini, la vita del Redentore, i santi Sacramenti, la maternità e autorità della Chiesa, la paternità del Vicario di Cristo, la virtù e la morale cattolica, il canto sacro. È una gara e una corsa per la corona incorruttibile della vita eterna nel cielo. Il grande Apostolo delle Genti ve lo insegna: « Non sapete, egli esclama, che quelli che corrono nello stadio, corrono veramente tutti, ma un solo riporta il premio? Correte in guisa da farlo vostro. Ora tutti quelli che lottano nell'arena si astengono da tutto; ed essi per conseguire una corona corruttibile; ma noi per una incorruttibile ». Nello stadio dei corsi dell'istruzione catechistica tutte le Associazioni Parrocchiali hanno gareggiato e corso per diocesi e per regioni; e Noi godiamo di veder adunati intorno a Noi i più valorosi tra i valorosi, i quali in tale santa corsa e gara di cristiana sapienza tanto si sono avanzati da cogliere la palma e presentarsi a Noi insigniti di premio. Questo privilegio a voi toccato, o carissimi figli, esalta le numerose legioni dei vostri compagni di parrocchia, di diocesi e di regione, dove il Signore vi ha concesso di primeggiare, ma non umilia tutti quelli che entrarono in gara, perchè la gara è una corsa di emulazione, che pareggia e onora sulla soglia della palestra il valore e l'ardire dei concorrenti.
Perciò la parola Nostra, mentre si rivolge a voi presenti, contempla tutte le giovani schiere delle vostre Associazioni e a loro estende la Nostra lode, il Nostro plauso paterno; perchè il vostro premio è pure un vanto di quell'emulazione loro, che fu a voi sprone verso la vittoria. Noi contempliamo anche al vostro fianco, emuli di accresciuta coltura religiosa, i vincitori delle Associazioni interne degli studenti nei Collegi, i quali in gara più alta sopra il Nuovo Testamento hanno con lode dimostrato quanto in cuori e menti di gentile e colta gioventù possa il crescere nello acquisto della sapienza religiosa e nell'amore della cognizione di Cristo.
In questo crescere di scienza e istruzione religiosa gli aspiranti tra voi hanno atteso, nel corso dell'anno che ora si chiude, allo studio della preghiera e della virtù. Oh la preghiera, carissimi Figli, non è solo degli aspiranti, ma di tutti, dei giovani e degli anziani, dei piccoli e dei grandi. Un fanciullo che prega è la visione di un angelo, che supplica adorando presso il sacro tabernacolo. Pregate, o diletti giovani, per voi, per i vostri cari, per la Chiesa, per Noi, per la vostra patria, per la pace del mondo. Il Cielo ascolta gl'innocenti; il Cielo difende gl'innocenti. Tornando alle vostre case, fra i vostri compagni, portate loro il ricordo della preghiera, che vi lasciamo; narrate loro e alle vostre famiglie che in Roma avete veduto un Padre vestito di bianco che vi ama, che tutti invita a pregare, che tutti benedice e su tutti invoca la protezione e i favori di Dio.
Sua Santità si rivolgeva infine ai gruppi di pellegrini di lingua tedesca presenti all'udienza, salutandoli con paterna bontà, nel loro idioma. Egli li incaricava anzitutto di dire ai loro compagni di fede e ai loro connazionali che conserva sempre per loro lo stesso intimo affetto. Augurava poi a quei cari figli di poter costantemente rimanere fedeli ai dettami della divina legge, alla Chiesa e alla Santa Sede Apostolica, e assicurava perciò particolari preghiere alla Vergine Santissima perché tutti, ma specialmente i giovani, Ella voglia prendere sotto il celeste manto della sua validissima protezione. Concludeva impartendo a tutti, e a quanti ciascuno portava nel pensiero e nel cuore, la Benedizione Apostolica.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, I,
Primo anno di Pontificato, 2 marzo 1939 - 1° marzo 1940, pp. 367-371
Tipografia Poliglotta Vaticana
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