Index   Back Top Print

[ IT ]

PIO XII

UDIENZA GENERALE*

Mercoledì, 17 gennaio 1940

 

L'insegnamento perenne di Pietro vivente

Vi è a Roma l'antica e pia costumanza (di cui anche Augusti Personaggi hanno dato più di una volta l'esempio) che i novelli sposi facciano una devota visita alla Patriarcale Basilica Vaticana, per ripetere il loro Credo cattolico e implorare per il loro nuovo focolare la perseveranza nella fede. E voi, diletti figli e figlie, per una circostanza particolarmente felice, siete qui venuti la vigilia stessa del giorno, in cui la Chiesa celebra la festa della Cattedra di S. Pietro in Roma.

Voi andrete dunque, se non l'avete già fatto, o tornerete di nuovo con maggior fervore, a prostrarvi e a pregare in quel tempio massimo della Cristianità, non solamente sulla tomba del Principe degli Apostoli, ma anche in fondo all'abside, davanti alla grandiosa custodia di bronzo, nella quale il genio del Bernini ha racchiuso la cattedra su cui la tradizione vuole che abbia seduto S. Pietro.

La cattedra è il seggio più o meno elevato, più o meno solenne, ove un maestro insegna. Guardate dunque la cattedra, da cui il primo Papa rivolgeva la parola ai primi cristiani, come ora Noi vi parliamo, spronandoli alla vigilanza contro il demonio, che quasi leone ruggente va attorno cercando chi possa divorare (I Petr., V, 8-9), esortandoli alla fermezza nella fede, per non essere trascinati dagli errori dei falsi profeti (II Petr., II, I ; III, 17). Questo insegnamento di Pietro continua nei suoi Successori, e continuerà immutabilmente a traverso i tempi, perché tale è la missione data da Cristo stesso al Capo della Chiesa.

Per mostrare il carattere universale e indefettibile di questo insegnamento, la sede del primato spirituale è stata fissata in Roma dopo una provvidenziale preparazione; Iddio ebbe cura, come notava il Nostro grande Predecessore S. Leone I, che i popoli fossero riuniti in un solo impero, di cui Roma era il capo, affinché da questo la luce della verità, rivelata per la salute di tutte le genti, più efficacemente si diffondesse in tutti i suoi membri (S. Leonis Magni Sermo LXXXII, c. 3-5).

I successori di Pietro, mortali anch'essi come tutti gli uomini, passano, più o meno rapidamente. Ma il primato di Pietro sussisterà sempre, coll'assistenza speciale che gli fu promessa, quando Gesù lo incaricò di confermare i suoi fratelli nella fede (Luc., XXII, 32). Quali che siano il nome, il volto, le origini umane di ogni Papa, è sempre Pietro che vive in lui; è Pietro che dirige e governa; è Pietro soprattutto che insegna e diffonde sul mondo il lume della verità liberatrice. Ciò faceva dire ad un grande oratore sacro che Dio ha stabilito in Roma una cattedra eterna: «Pietro vivrà nei suoi Successori; Pietro parlerà sempre dalla sua cattedra» (Bossuet, Sermon sur l'unité de l'Eglise, I).

Or ecco il grave ammonimento — lo abbiamo già accennato — che egli indirizzava ai cristiani del suo tempo : « Vi furono nel popolo falsi profeti, come tra voi vi saranno maestri menzogneri . . . Essendo dunque prevenuti, state in guardia, affinché trasportati dall'errore degli stolti non cadiate dalla vostra fermezza» (cfr. II Petr.).

Anche a voi, o cari sposi novelli, anche a voi, pur in questa nostra Italia profondamente cattolica, in cui la nostra santa religione è « la sola religione dello Stato » e al matrimonio, « base della famiglia », è riconosciuta una « dignità conforme alle tradizioni cattoliche del popolo» (cfr. Trattato e Concordato fra la S. Sede e l'Italia), potrà capitare di incontrarvi con propagatori di dottrine distruggitrici della fede. Potrete sentire intorno a voi talvolta trattare la religione come una cosa accessoria, se non nociva, per riguardo alle urgenti preoccupazioni della vita materiale. Si vanterà forse dinanzi a voi una sentimentalità religiosa senza dogmi; si affermeranno errori e pregiudizi contrari a ciò che il catechismo vi insegna circa il matrimonio, la sua unità, la sua indissolubilità; sentirete dire che il matrimonio cristiano impone agli sposi obblighi eccessivi, impossibili a compiersi. Impossibili, sì, alle sole forze umane; ma per questo il sacramento ha messo e conserva in voi, collo stato di grazia, forze divine. Nulla di ciò che Dio prescrive è al di sopra di queste forze soprannaturali, presenti e cooperanti in voi : « Tutte le cose mi sono possibili in colui che è mio conforto » (Philipp., IV, 13), esclamava l'Apostolo delle Genti. «Non io, ma la grazia di Dio che è con me » (I Cor., XV, 10).

Non abbiate dunque timore dei vostri doveri, per quanto gravi vi possano apparire. Ricordatevi che il giorno in cui Pietro, pescatore della Galilea, senza aiuti umani, dopo aver fondato la Chiesa di Antiochia e percorso molte regioni, venne a fissare in Roma la cattedra sua e dei suoi successori, era, secondo il paragone di S. Leone Magno (l. c.), come un uomo che entrava in una selva di bestie frementi, o che si avanzava sopra un oceano agitato dalle molteplici correnti del paganesimo, le quali confluivano nell'Urbe da tutti gli angoli dell'impero; e nondimeno egli camminò su questo mare con maggior sicurezza che non avesse già fatto sul lago di Genezaret, perché la sua fede era ormai divinamente riaffermata.

Domandate a S. Pietro questa fermezza nella fede. Allora anche i vostri doveri di sposi cristiani non vi sembreranno più troppo ardui. Al contrario, voi li osserverete con gioia e seguirete, in pieno secolo ventesimo, gli ammaestramenti che il primo Papa impartiva agli sposi della sua età: «Le donne siano soggette ai loro mariti, affinché, anche se alcuni non credono alla parola, siano guadagnati senza la parola dai portamenti delle mogli, considerando con riverenza la loro casta condotta . . . E voi, o mariti, parimenti convivete saggiamente colle vostre mogli e rendete loro onore come ad esseri più fragili, coeredi della grazia di vita » (I Petr., III, 1-2 e 7). Nulla vi preserverà meglio dai vani desideri di cambiamento, dalle frivole incostanze, dalle pericolose esperienze, come il sapervi l'uno all'altra uniti per sempre nello stato che avete liberamente scelto.

Pietro vi ha ripetuto oggi i suoi insegnamenti; Pietro stesso per la mano del suo Successore paternamente vi benedice.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, I,
  Primo anno di Pontificato, 2 marzo 1939 - 1° marzo 1940, pp. 489-492
  Tipografia Poliglotta Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana