PIO XII
UDIENZA GENERALE*
Mercoledì, 27 gennaio 1943
Le virtù del focolare domestico.
I. Che cos'è un focolare?
La gioia che Noi sempre proviamo nell'accogliere intorno a Noi i giovani sposi venuti a domandare la Nostra Benedizione, nasce, fra le altre cagioni, dalla speranza che Ci infonde il contemplare e considerare in essi il santo e vasto officio che Dio loro affida : qual è restaurare e promuovere una società sana, forte, animata di spirito e di sentimenti profondamente e praticamente cristiani. Non è forse ciò che chiede loro il solo fatto di essere chiamati a fondare un focolare?
Il focolare! Quante volte, specialmente dacché avete pensato alle nozze, dal tempo del vostro fidanzamento, voi, diletti sposi novelli, avete sentito risonare questa parola alle vostre orecchie nel coro delle felicitazioni e degli auguri dei vostri parenti e dei vostri amici! Quante volte essa è salita spontaneamente dal vostro cuore alle vostre labbra! Quante volte vi ha empiti di una dolcezza ineffabile, compendiando in sé tutto un sogno, tutto un ideale, tutta una vita! Parola di amore, parola d'incanto, che tutti gli animi buoni comprendono ed ascoltano con delizia, sia che ne assaporino la intimità presente, sia che vi pensino dolorosamente nella lontananza, nell'assenza, nella prigionia, sia che gioiosamente salutino la speranza di farvi presto ritorno!
Tuttavia, forse proprio questo incanto facilmente conduce a concepire il focolare in un modo vago, come ravvolto in una nube rosea e dorata, Noi vorremmo perciò stamane farvene approfondire il significato. La precisione non toglierà nulla alla sua poesia; essa manifesterà meglio la sua bellezza, la sua grandezza e la sua fecondità.
1. Gran parola è dunque il focolare, e che può riferirsi a molte e diverse cose. Essa designa la casa, quando diciamo: il focolare paterno, coniugale, domestico, ovvero, in un senso esteso, il focolare dello studente, dell'artista, del soldato. Vi è anche un focolare di studi, di scienza, di preghiera, di azione, di apostolato. Nell'ordine materiale, ecco il focolare con vero fuoco, a cui si va per riscaldarsi, o per cuocere le vivande; il focolare dei forni per la lavorazione del ferro e di altri metalli; il focolare della caldaia a vapore, che fornisce alla macchina la sua forza motrice. Non scopre forse il medico nel suo malato il focolaio d'infezione, che ne mette la vita in pericolo, o il focolaio epidemico, quando una malattia colpisce ad un tempo più persone di uno stesso caseggiato o rione? L'antichità pagana riteneva sacro il culto del focolare domestico, di cui Estia era considerata la dea, ed esaltava l'eroismo di quei forti che combattevano per i loro altari e i loro focolari : pro aris et focis (Cic. De nat. deorum, I. 3 cap. 40). Dallo stesso vocabolo focus non deriva forse anche il termine « fuoco » della lente e dello specchio, che è il punto di concorso dei raggi rifratti o riflessi?
Tutte queste accezioni o significati debbono avere per fondamento qualche cosa di comune che giustifica il comune appellativo. La leggenda — non vogliamo dire la storia — narra che nell'assedio di Siracusa il grande Archimede si servisse di potenti specchi concavi per incendiare a distanza la flotta di Marcello. Senza ricorrere a simili esempi, non vi è mai accaduto fra gli svaghi della vostra fanciullezza di far bruciare, con una lente tenuta precisamente al debito punto, alcuni frammenti di carta o un poco di stoppa? Ad un punto fisso i raggi del sole venivano a convergere, per ripartirne diffondendosi di nuovo con una intensità di calore e di luce considerevolmente accresciuta, come se questo punto, questo « fuoco », fosse stato esso stesso quasi un piccolo sole. Tale è il focolare, in qualsiasi ordine voi applichiate questo nome: il punto in cui tutto si concentra, per di là irradiare.
2. Il focolare, di cui intendiamo ora discorrere, è quello della famiglia, che voi avete fondato e acceso col vostro matrimonio. Ma la lode di questo bel nome deve essere meritata a una doppia condizione: di concentrare e di irradiare calore e luce. Costituiscono forse un focolare quei giovani sposi, la cui soddisfazione non consiste se non nell'andarsene il più spesso possibile fuori di casa, che non sono di buon umore se non nelle feste, nelle visite, nei viaggi o nelle stagioni di piacere, negli spettacoli mondani o più che mondani? No, non è un focolare l'abitazione trasandata, fredda, deserta, muta, oscura, senza la serena e calda luce della convivenza familiare. Ma non sono nemmeno veri focolari quelle dimore troppo chiuse, serrate e quasi inaccessibili, dove né lume né calore esterno dentro convergono, e che non irradiano di fuori, quasi fossero carceri o eremi di solitari.
Eppure è così bello un focolare intimo, ma che irradia! Tale sia il vostro, diletti figli e figlie, ad imitazione e a somiglianza del focolare di Nazareth! Non ve ne fu mai alcuno più raccolto, ma al tempo stesso più cordiale, più amabile, più pacifico nella povertà, più irraggiante; perché non vive forse e non s'illumina della sua irradiazione la società cristiana? Vedete: nella misura in cui se ne allontana, il mondo si ottenebra e si agghiaccia.
3. Quali sono dunque questi raggi che debbono così adunarsi e concentrarsi nel vostro focolare, per trovare ivi la forza di espandersi poi in larghi fasci di luce e di calore? Essi sono i più svariati, come vari sono quelli che emanano dal sole con la loro gamma infinita di colori e di gradazioni, gli uni più luminosi, gli altri più caldi. Sono le grazie e le attrattive dello spirito, del cuore, dell'animo; si suole chiamarle qualità, doni, talenti; le une sono il tesoro di una duplice eredità avita; le altre sono state acquistate col lavoro, con lo sforzo, con la lotta; le più preziose sono le virtù misteriosamente infuse nella natura umana dalla graziosa carità dello Spirito Santo e cresciute nella pratica della vita cristiana.
Le vostre due famiglie fino a ieri erano ancora estranee l'una all'altra: l'una e l'altra avevano le loro tradizioni, i loro ricordi, i loro tratti particolari di spirito e di cuore, che davano loro una fisonomia propria; l'una e l'altra avevano le loro relazioni di parentela e di amicizia; ed ecco che questi due cori, il giorno delle vostre nozze, si sono accordati in voi in una nuova armonia che si prolungherà nella vostra discendenza, ma che già comincia a risonare intorno a voi. Ricchi di questa doppia eredità, voi vi arricchite ancora coi vostri acquisti personali messi in comune : gli eventi e gli incontri della vostra vita domestica, professionale e sociale, le vostre conversazioni e le vostre letture, i vostri studi di letteratura, di scienza, di arte, forse anche di filosofia, soprattutto di religione, vi riconducono, nelle ore di intimità, carichi di un nèttare, come le api di ritorno all'alveare; e nei vostri fidi colloqui voi ne distillate un miele dolcissimo, nutritivo, se altro mai, per voi stessi e di cui farete parte, forse senza accorgervene, a quanti vi avvicineranno (cfr. Cant. 4, 11). Nel contatto giornaliero, nel necessario scambievole consenso di pensieri e di vita, che si consegue con innumerevoli piccole concessioni, con innumerevoli piccole vittorie, voi acquisterete e porterete a un grado più alto tutte le virtù morali, forza e dolcezza, ardore e pazienza, franchezza e delicatezza. Esse vi uniranno in una affezione sempre crescente, metteranno la vostra impronta sull'educazione dei vostri figli, daranno alla vostra dimora l'attrattiva di un incanto, il quale non cesserà di irradiarsi nella società che vi frequenta o vi circonda.
Tali vogliono essere le virtù del focolare domestico: negli sposi cristiani e nella famiglia cristiana esse sono santificate ed elevate all'ordine soprannaturale, e perciò di un valore incomparabilmente superiore a tutte le capacità naturali, perché quando voi diveniste figli di Dio, furono con la grazia innestate nell'anima vostra facoltà di ordine divino, che gli sforzi più eroici puramente umani non varrebbero a generare nemmeno in un grado infimo.
Di queste virtù Noi parleremo ai giovani sposi, che qui vi seguiranno, cristiani come voi. Noi speriamo che voi leggerete questi Nostri insegnamenti; anzi confidiamo che saranno letti non senza profitto anche da anime rette e nobili, che pur non hanno la felicità di vivere come voi di questa vita divina. Coltivando e perfezionando lealmente e generosamente le loro virtù naturali, esse attireranno su di sé con la loro generosità e la loro lealtà il lume e l'aiuto di Dio; brameranno con santa invidia questi doni soprannaturali della fede, della speranza e della carità che danno alla vita dell'uomo, fin da quaggiù, una dignità incomparabile e lo fanno nella eternità partecipe della felicità di Dio. Bramose così di questi doni sublimi, tenderanno lo sguardo verso il cielo, invocheranno il Padre dei lumi, si volgeranno verso la Croce del Redentore, unica speranza, si apriranno allo Spirito che è amore e ne saranno empite, perché a chi fa rettamente il proprio dovere, come lo conosce, e non pecca contro la luce, Iddio dà la luce in più grande abbondanza per venire a Lui, e mai non rifiuta la sua grazia.
Questa grazia Noi imploriamo di cuore per voi e per tutti coloro ai quali, per la irradiazione del vostro focolare, giungerà la Nostra parola paterna, mentre, pegno e auspicio dei doni divini, vi impartiamo con particolare affetto l'Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, IV,
Quarto anno di Pontificato, 2 marzo 1942 - 1° marzo 1943, pp. 375-379
Tipografia Poliglotta Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana